Come riconoscere un buon olio extravergine di oliva

Non è detto che tutto l’olio extravergine d’oliva in commercio sia di buona qualità. Ciascun prodotto ha una sua precisa identità, caratterizzata da alcune variabili più o meno importanti.

Come riconoscere un buon olio extravergine di oliva

A questo si aggiunge il fatto che molti oli presenti sugli scaffali dei supermercati e classificati come extravergine, in realtà non lo siano affatto. Ma, allora, come riconoscere un buon olio extravergine d’oliva e in che modo evitare le fregature?

Nessuno di noi vuole acquistare prodotti che non valgano i soldi spesi, che non ci soddisfino in termini di sapore e che potrebbero persino nuocere alla nostra salute.

Ecco alcuni accorgimenti utili per orientarsi meglio nell’attuale offerta commerciale, sfruttando appieno i benefici offerti da uno dei principali alleati della salute.

Come deve essere un buon olio extravergine?

olio extravergine spremuto a freddo

Innanzitutto, è fondamentale fare attenzione ad alcune caratteristiche proprie della confezione. A tal proposito, vale la pena ricordare che la luce accelera i processi ossidativi ed è in grado di provocare alterazioni del sapore e dei valori nutrizionali.

Da qui la necessità di utilizzare recipienti che proteggano il prodotto, quali bottiglie di vetro scuro dotate di chiusura ermetica o in acciaio inox con tappo anti-rabbocco. Possono andar bene anche i contenitori brik o bag-in-box, sempre più diffusi.

olio extravergina della maestra tina 3l

Contenitori trasparenti tesi ad esaltare unicamente il colore dell’olio, a scapito della sua conservazione, sono meri espedienti di marketing.

La seconda cosa da fare è controllare l’etichetta, onde verificare la presenza della denominazione “Olio Extravergine di Oliva” e le relative informazioni di categoria, quali “Olio d’oliva di categoria superiore, ottenuto da olive tramite procedimenti meccanici”.

Infine, è bene che la confezione riporti anche la designazione dell’origine del prodotto, ad esempio: “Olio extravergine d’oliva ottenuto da olive italiane”. Ovviamente, non devono mancare il nome del produttore, l’anno di raccolta delle olive, il lotto di appartenenza e la tabella nutrizionale.

olio extravergine di oliva valori nutrizionali

Caratteristiche di un buon extravergine d’oliva

Per evitare eventuali frodi, è opportuno controllare l’origine delle olive e la presenza della relativa certificazione di qualità. Tali indicazioni sono obbligatorie e molto importanti. Grazie a queste, le aziende hanno la possibilità di certificare la qualità dei loro prodotti e differenziarli dalla massa.

Come riconoscere un buon olio extravergine di oliva

Tutti gli articoli recanti denominazione IGP o DOP e/o da filiera biologica, vengono sottoposti a ulteriori controlli di qualità e seguono precisi disciplinari di produzione. Pertanto, la presenza di queste diciture in etichetta può costituire un’ulteriore prova di qualità del prodotto.

Un altro elemento cui conviene fare attenzione è l’indicazione relativa alla tipologia di olio, che può essere Monovarietale o Multivarietale. Il primo viene ottenuto da un’unica varietà di olive, mentre il secondo è di fatto una miscela realizzata con olive differenti.

Chiaramente, un buon olio d’oliva si distingue per le sue caratteristiche organolettiche; queste non devono essere obbligatoriamente riportate in etichetta, ma vengono indicate dal produttore per informare il consumatore circa le proprietà nutrizionali dell’olio in questione.

Ultima ma non meno importante, è l’analisi sensoriale. Un buon olio extravergine d’oliva non deve presentare alcun difetto. Una volta aperta la confezione, il profumo deve presentare note vegetali, di oliva ed erba fresca. Al gusto, invece, deve presentare note più o meno accentuate di amaro e/o di piccante, indicatori importantissimi della qualità dell’olio.

Infine, un prodotto di qualità lascia sempre una bocca pulita e asciutta, priva di quella fastidiosa sensazione di unto tipica degli oli scadenti.

Come scegliere un buon extravergine di oliva?

Esistono alcuni indicatori di qualità che possono far propendere il consumatore per uno specifico prodotto. Ad esempio, l’acidità libera dell’olio, espressa in acido oleico, costituisce un valido indicatore di qualità.

Affinché un prodotto venga classificato come olio extravergine d’oliva, questa non deve superare la soglia degli 0,8g/100g. Gli oli extravergine d’oliva di qualità superiore presentano un’acidità inferiore a 0,5g/100g.

Un altro indicatore potenzialmente utile è la quantità di perossidi (che non deve mai superare i 20 meq O2/kg), essendo questo dato in grado di fotografare il livello di ossidazione primaria dell’olio. Infine, può essere utile consultare anche gli indici spettrofotometrici, i quali forniscono informazioni importanti circa lo stato ossidativo del prodotto e il suo livello di invecchiamento. Questi indici devono presentare i seguenti valori: K270 minore o uguale a 0,22; K232 minore o uguale a 2,5; DeltaK minore o uguale a 0,01.

Quanto costa l’olio d’oliva extravergine di buona qualità?

Un prezzo eccessivamente economico è sempre sinonimo di bassa qualità. Meglio diffidare dagli oli extravergine d’oliva che costano meno di 7 euro al litro. Tuttavia, è importante sottolineare come i prezzi siano destinati a cambiare annualmente, in base alla regione e alle difficoltà incontrate durante la fase di raccolta.

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